Le otturazioni in amalgama: come, quando e perche’ sostituirle

autoreLe otturazioni dei denti in amalgama, definite spesso, in gergo popolare, con il termine di “piombature”, in realtà non contengono piombo. Si tratta infatti di una mistura costituita al 50 % da mercurio mentre il rimanente 50% è costituito da argento, stagno, rame e zinco. Il termineotturazioni in amalgama1 amalgama, è usato in chimica per definire le leghe che si ottengono miscelando il mercurio con altri metalli. Ed è proprio la presenza di mercurio, la cui tossicità sembra essere oggi uniformemente riconosciuta, a renderne sconsigliabile l’utilizzo, sia nei processi di produzione dell’amalgama stessa, che nel suo impiego clinico. In Italia il Ministro della Salute in un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 261 del 09-11-2001 fa divieto di utilizzo e di immissione in commercio sul territorio nazionale di amalgami dentali non preparati sotto forma di capsule predosate. Inoltre, raccomanda di evitare, per precauzione, l’utilizzo di tali prodotti nei pazienti allergici all’amalgama, nelle donne in gravidanza e allattamento, nei bambini sotto i sei anni, e di prestare estrema attenzione alla fase di rimozione dell’amalgama dal cavo orale.
otturazioni in amalgama2Per un lungo periodo storico, che va dalla fine dell’Ottocento a circa una ventina di anni fa, le otturazioni in amalgama hanno costituito il rimedio principale per curare la carie dentaria. Gli amalgami dentari sono stati sperimentati con successo dopo i primissimi tentativi di otturare i denti con il piombo, ed in questo la definizione popolare trova un fondamento storico.
L’estrema duttilità e malleabilità del piombo consentiva infatti il facile riempimento della cavità prodotta dalla carie, ma non offriva nessuna garanzia di sigillo marginale dalle infiltrazioni, e quindi dalla recidiva, né resistenza ai carichi della masticazione, che nei settori posteriori della bocca possono raggiungere 80-100 Kg per cmq.
Nel periodo di massimo impiego degli amalgami in campo dentale, le alternative erano rappresentate dalle orificazioni, dai cementi ai silicati, e successivamente dai primi materiali compositi.
Le orificazioni venivano eseguite compattando nella cavità del dente, ovviamente dopo laotturazioni in amalgama3 rimozione del tessuto rammollito e infetto, sottilissime lamine di oro. L’oro, per le sue la proprietà batteriostatiche, di biocompatibilità, elasticità e resistenza ai carichi masticatori, simili a quelli del dente naturale, è un ottimo materiale per la realizzazione delle otturazioni dentarie. Lo svantaggio è rappresentato solo dal costo e dall’aspetto estetico. Anche l’amalgama non è un materiale esteticamente apprezzabile, ma il basso costo, unito alla facilità di utilizzo e al buon risultato terapeutico, ne ha fatto il materiale più utilizzato al mondo.
I cementi al silicato di colore bianco, hanno rappresentato i primi tentativi di utilizzare materiali estetici per il restauro dei denti. Purtroppo anch’essi non garantivano affatto il sigillo della cavità, e le infiltrazioni di liquidi e batteri dalla saliva portavano spesso alla necrosi della polpa dentaria, con conseguenti ascessi per cui si doveva ricorrere alla terapiaotturazioni in amalgama4 canalare del dente. Questa complicanza, piuttosto frequente, ne limitava l’utilizzo nei soli settori anteriori, dove solo l’estetica ne giustificava l’impiego. L’amalgama, viceversa, ha la proprietà, attraverso la formazione di ossidi prevalentemente di argento, di impedire spesso l’infiltrazione marginale, ma al tempo stesso produce un’ irrimediabile pigmentazione grigia del dente.
Oggi per le otturazioni si utilizza il composito (resina e ceramica) e con l’introduzione degli adesivi smalto-dentinali, si è finalmente giunti ad una svolta epocale. Attualmente, infatti, è possibile incollare, nel vero senso della parola, il materiale da restauro al dente, garantendo l’assenza dell’infiltrazione marginale e il successo del restauro estetico, mantenendo la naturale vitalità del dente.
Di conseguenza, l’utilizzo della vecchia e cara amalgama non è più giustificato dalotturazioni in amalgama5 mantenimento della vitalità dentale a lungo termine, e con gli anni si giungerà alla sua totale scomparsa.
Rimane tuttavia aperta la discussione sulla necessità di rimuovere dal cavo orale le vecchie otturazioni in amalgama presenti nella bocca dei nostri pazienti. E’ infatti accertato che la naturale usura delle superfici delle otturazioni stesse rilascia vapori di mercurio e prodotti dei suoi composti, come dimostra il tatuaggio prodotto dal contatto delle otturazioni in amalgama con la superficie interna del bite (che il paziente indossava per i suoi problemi di disordini cranio mandibolari) Foto1.
Tatuaggi simili si ritrovano spesso anche sulle gengive di molti pazienti, in corrispondenza delle otturazioni. Il rilascio di questi composti aumenta se nel cavo orale sono presenti altri otturazioni in amalgama6metalli, come otturazioni in oro, protesi rimovibili con armatura metallica o ponti (bimetallismo con generazione di correnti galvaniche) Foto2.
otturazioni in amalgama7Personalmente ritengo che in questi casi le otturazioni in amalgama debbano essere rimosse. Se invece nel cavo orale ci sono solo otturazioni in amalgama e il paziente non presenta nessun disturbo, (leucoplachie del cavo orale, eruzioni cutanee, allergie), può aspettare che la sostituzione avvenga in occasione del periodico rinnovo delle otturazioni stesse, cioè, quando queste mostrano tracce di eccessiva usura, fratture e infiltrazioni marginali.
Come è stato già accennato in precedenza, particolare attenzione deve essere prestata in caso di rimozione dell’otturazione, per evitare che il paziente ingerisca i detriti del fresaggio della stessa. Per questo vengono utilizzati particolari dispositivi, come la diga di gomma, che serve per isolare il dente dal cavo orale, o l’aspirazione di tipo chirurgico Foto3-4-5-6-7. Per evitare infine che questi prodotti finiscano nelle fognature, con conseguente inquinamento idrico, la poltrona del dentista è stata provvista di un opportuno separatore d’amalgama.

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